22 febbraio 2018 22 febbraio 2018

Buonasera a tutti,

Alziamo metaforicamente gli occhi al cielo e guardiamo verso Nord, proprio sopra il Polo Nord.
Immaginiamo ora che il nostro Pianeta sia una piccola sfera, proprio di fronte a noi, che ruota in senso antiorario intorno al proprio asse. Mettiamo sul suo Polo Nord una spessa calotta sferica di cioccolata ben compatta e fredda, che ruota come una trottola, in senso antiorario. Ecco, questo è il Vortice Polare, quell’area di bassa pressione che regola in modo decisivo i cambiamenti atmosferici del nostro emisfero. Il Vortice Polare si suddivide in Vortice Polare stratosferico (VPs, quello che sta più in alto) e Vortice Polare troposferico (VPt, quello che sta più in basso). A questo punto immaginiamo di prendere un phon e di scaldare la nostra cioccolata. Ovviamente questa tenderà a sciogliersi e la destabilizzazione potrebbe trasferirsi dalla superficie (stratosfera) ai piani più bassi (troposfera). Se ora, da un’altra direzione rispetto a quella del phon (sempre acceso) iniziassimo a perturbare la nostra calotta, potrebbero succedere due cose: il suo asse potrebbe spostarsi (VP Displacement) oppure si potrebbe dividere letteralmente in due (VP Split). In entrambi i casi la cioccolata tenderebbe a scivolare verso le latitudini più basse, in modo più marcato con lo Split.
Possiamo ora immaginare di perturbare la nostra piccola sfera ruotante, incidendo, sulla sua superficie, con un ago, delle piccole onde. Inevitabilmente, lo scorrimento della cioccolata fusa, ne sarà condizionato.
Proprio nei giorni scorsi i modelli matematici hanno descritto un importante riscaldamento della stratosfera polare, a circa 40 km di altezza dal suolo. L’incremento termico è stato superiore ai 40°C in pochi giorni. Tale evento è definito “Extreme Stratospheric Event”, in questo caso, di riscaldamento. “Stratwarming”, per gli amici.
Questa rapida variazione di temperatura si è trasferita in troposfera con una tempistica di 15 giorni dall’inizio del riscaldamento. Tale fenomeno, denominato coupling, ha sancito l’accoppiamento, a livello di propagazione termica, tra stratosfera e troposfera ed è stato descritto in modo compiuto dal valore dell’indice NAM, che ha superato la soglia limite di -3. Questo numero, all’apparenza insignificante, è descrittivo circa lo stato di destabilizzazione del Vortice Polare: il superamento di tale soglia negativa, tipico degli Stratwarming, dà molte probabilità che il VPs sia destabilizzato per i successivi 60 giorni.

 

Quanto sopra descritto ha comportato l’inversione del verso di rotazione della circolazione atmosferica del nostro emisfero: da Ovest verso Est si è disposto da Est verso Ovest.
All’azione dell’Anticiclone Aleutinico (il “phon”) si sta unendo una congrua elevazione dell’Anticiclone delle Azzorre, che, elevandosi verso Nord-Est, fin sopra la Scandinavia, formerà il famigerato Ponte di Wejkoff, andando di fatto a dividere il VP in due parti (Split). A questo punto le masse di aria gelida tenderanno a scendere di latitudine e addirittura potrebbero avere delle vie preferenziali: da Est verso Ovest, un moto retrogrado insomma. Ciò andando “contro” alle normali leggi della fisica ed alla forza di Coriolis, che normalmente garantisce un flusso di tipo zonale, Ovest-Est, le “westerlies”, per gli esperti.
Tutto questo grazie all’azione di blocco giocata dall’Anticiclone delle Azzorre, che andrà a disporsi come una vera e propria barriera in pieno Atlantico.
Il Major Midwinter Warming (MMW) però non è l’unica causa della futura ed imponente ondata di gelo che investirà l’Europa, bensì è la conseguenza di tutta una serie di tasselli che si sono incastrati negli ultimi mesi: la convezione di calore tra Equatore e Polo Nord (il phon), complice l’attività della nostra stella, il Sole, l’ondulazione delle onde planetarie (ricordate l’accenno alle Correnti a Getto fatto questa estate? Beh, fate finta che siano i solchi che abbiamo disegnato nella nostra sfera) ed il raffreddamento stratosferico avuto a inizio gennaio, sì, proprio quello che ci ha “regalato” un mese sopra la media, tanto per citarne tre.

 

Ma iniziamo a guardare più in basso: i modelli matematici previsionali ci stanno mostrando che questo grande movimento stratosferico si è propagato anche in troposfera e, seppur con un’elevata incertezza previsionale, evidenziano che il Vortice Polare è splittato in due lobi. Addirittura in sede polare vi è attualmente un regime altopressorio con temperature più alte rispetto a quelle delle basse latitudini, con conseguente inversione dei venti alla quota isobarica di 10hPa.

Al momento c’è un immenso “lago” di aria gelida proveniente dalla calotta glaciale che si sta dirigendo, con moto retrogrado (Est-Ovest) verso l’Europa.
Torniamo ora alla nostra sfera con la cioccolata fusa ed ormai in scivolamento verso latitudini più basse e immaginiamo ora di guarnirla introducendovi, a “caso”, delle minuscole nocciole; in questo modo la sua traiettoria di discesa sarà alterata, oltre che dai solchetti che abbiamo tracciato, anche da queste nuove fonti attrattive.
La “cioccolata impazzita” insomma potrebbe prenderci in pieno, come lambirci, come starci lontana grazie alla protezione dell’Anticiclone delle Azzorre. Questo lunghissimo viaggio, ai limiti della fisica (in realtà la segue alla perfezione), sarà condizionato da svariate variabili, che, seppur soggette a minime modifiche, daranno risultati opposti.

I modelli matematici previsionali, proprio in questi giorni, stanno testimoniando l’avvenuta propagazione in troposfera di questo imponente e meraviglioso evento meteo, e stanno denotando un’elevata incertezza previsionale anche nella fascia che normalmente è deterministica e più affidabile.
Non facciamoci prendere dunque dalla superficialità di certi titoloni, ma gustiamoci questo fenomeno, cercando di comprenderlo nella sua complessità ed eventualmente facciamoci trovare pronti.
Il Buran da noi non esiste. Un’entrata dell’aria di estrazione artico-continentale, avverrà dalla Porta della Bora e come tale andrà chiamata: Bora.
Sicuramente, vista l’unicità del bacino del Mediterraneo, ci troveremo in una posizione delicata: probabilmente il nucleo più crudo transiterà sull’Europa Centrale, ma al tempo stesso saremo interessati da più flussi d’aria: artico-continentale, aria umida e in una seconda fase, atlantica. Un mix dai mille risvolti, soprattutto considerando che siamo circondati dal Mare Nostrum.

Inutile dunque fossilizzarsi sulle continue evoluzioni modellistiche o sull’ultimo aggiornamento dell’App che seguiamo: fino all’ultimo momento saranno possibili modifiche e stravolgimenti.

Un appunto sul tipo di “cioccolata”: è aria artico-continentale, proveniente dalla calotta glaciale, con caratteristiche fisicamente diverse dalla famigerata aria pellicolare o siberiana, che tanto viene menzionata in questi giorni. L’aria che interesserà l’Europa Centrale e con molte probabilità la nostra Penisola, sarà molto fredda in alto e con una forte componente instabile. Questa enorme massa, oltre ad essere guidata dai solchetti (ondulazioni della Corrente a Getto) che abbiamo tracciato nell’ipotetica sfera, sarà anche risucchiata da eventuali minimi depressionari che potrebbero giocare un ruolo fondamentale (le noccioline).
Ultimo aspetto non trascurabile: le Alpi. Il nostro Paese è protetto infatti da questo formidabile muro naturale che, con ogni probabilità, giocherà un ruolo cruciale anche in questo fantastico evento meteorologico: in una prima fase potrebbero proteggerci, ma al tempo stesso, potrebbero offrire un punto d’accesso molto noto a noi toscani (e non solo): la Valle del Rodano…
Ancora dunque è presto per stabilire con esattezza dove, come, quanto nevicherà o farà freddo. Molto probabilmente i dubbi saranno fugati in fase di osservazione diretta, nella quale entreranno in gioco anche forti componenti orografiche.
Le variabili in gioco sono tantissime: pensate solamente che nei prossimi giorni, in particolare domenica 25 febbaraio, un ramo della Corrente a Getto, ad un’altitudine modesta, pomperà aria calda dai Tropici direttamente al Polo Nord.


Insomma facciamo finta di avere di fronte una pallina, e cerchiamo di ammirare questo fantastico spettacolo che la Natura ci ha messo di fronte.

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